Il Barolo è Jazz

Una serata iniziata come tante, con la tavola imbandita, qualche amico e diversi Barolo da assaggiare. 

“In The Evening” di Ella Fitzgerald suonava in sottofondo e la sua voce accompagnava incredibilmente bene il vino, pareva avere il carattere di un’anima affine. 

Con il calice alla mano, inizio a riflettere. 

Negli anni infatti ci si ritrova a conoscere e ad apprezzare certe tipologie di vino più di altre, ad assaggiarle nel tempo, nelle annate più o meno facili, ma soprattutto ci si esercita a coglierne la personalità.

All’interno del mondo del Barolo i vini sono lo specchio di produttori e territori diversi.  Sono come gli strumenti di un’orchestra di Jazz che convergono in un’ unica sinfonia, i cui accordi possono essere più o meno intuitivi, complessi e sinuosi. 

Il vino può essere visto come ad un insieme di note da interpretare. 

Pur sembrando lontanissimi tra loro, anche a livello storico esistono similitudini tra il mondo del Barolo e quello del Jazz

Le origini del Jazz sono legate alla cultura afro americana degli anni Venti negli Stati Uniti. Non nacque di certo come stile musicale dell’aristocrazia, proprio come in Langa la coltivazione del Nebbiolo non suscitò inizialmente l’attenzione borghese ma fu relegata alla sapiente cura contadina.

Più avanti, con l’avvento della seconda guerra mondiale, le vigne furono abbandonate e dall’altra parte dell’oceano tanti gruppi musicali Jazz si sciolsero. La guerra portò ad una inevitabile divisione tra giovani e adulti e nei decenni a seguire generò una forte esigenza di riscatto generazionale. 

Questi sentimenti di rivalsa esplosero in Langa negli anni Ottanta con “la rivoluzione del Barolo”, che porterà alla rinascita delle Langhe.

Produttori come Altare, Manzone, Clerico e tanti altri desideravano esprimere un gusto moderno del Nebbiolo – al tempo troppo austero se bevuto giovane – attraverso gli stessi strumenti dei genitori, le uve e la cantina, interpretati però diversamente. 

Lo stile del vino muta, si iniziarono ad utilizzare botti di affinamento più piccole capaci di aiutare il Nebbiolo da Barolo ad avere un palato più piacevole. Si studiò a fondo il terreno, che si scoprì avere conformazioni così diverse da un paesino all’altro da rendere necessaria in etichetta un’ ulteriore menzione, quella dell’areale, e in alcuni casi addirittura della singola vigna. 

A partire dal dopoguerra in poi anche il jazz si rivoluzionò, per poi diversificarsi in sottogeneri che presero vita propria. Sopravvisse grazie alla capacità di fondersi ed abbracciare stili più moderni. Ritornando a Ella Fitzgerald, si può dire che la sua brillante e longeva carriera sia merito del suo talento assoluto, certo, ma anche della sua attitudine di rimanere al passo con i tempi. 

Il Barolo è Jazz più di quanto si possa pensare. 

E se l’abbinamento più interessante fosse vino e musica? 

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