Pinot nero: il re dalle molte corone
Pinot Nero

Il Pinot nero nasce in Francia circa 2000 anni fa, nel magico territorio della Borgogna, prima
ancora della colonizzazione romana e della diffusione di molti vitigni europei.
Il suo nome deriva da “pin”, termine francese che indica la pigna, vista la forte somiglianza tra la
forma del suo grappolo e il frutto del pino.
L’ estrema sensibilità alle temperature e alle componenti del terreno sono le caratteristiche che ne
racchiudono sia il fascino che le difficoltà di allevamento. Questa varietà predilige i terreni calcarei
e i climi continentali e freschi
, dove procede con maturazione lenta e graduale.
Mai uva fu più studiata, ambita e blasonata dalla critica di settore.
Basti penare che ad oggi i vini più costosi al mondo sono tutti concentrati nei Grand Cru di
Romanée-Conti, Richerbourg e Chambertin, dove il Pinot Nero raggiunge la sua massima
espressione di longevità e finezza.


In generale, il Pinot nero non possiede particolari capacità coloranti per via della buccia sottile.
Nella sua versione in rosso avrà sfumature che tendono dal rosso rubino al granata.
I suoi aromi sono delicati e la sfida principale dell’enologo è di preservarli anche in vinificazione.
A seconda del clima più o meno freddo, i sentori spaziano dalla ciliegia alla mora, dalla menta e
aneto fino ai fiori appassiti, dalle note di liquirizia a tabacco e fondo di caffè.
Al palato, si contraddistingue sempre per la sua spiccata freschezza e i tannini eleganti.
Può essere facilmente abbinato ad un’infinità di pietanze. Piatti con salse ai mirtilli, ginepro,
funghi, tartufo e zucca si sposano alla perfezione. Spettacolare e atipico è anche l’abbinamento
con lo street food nostrano e i cibi in agrodolce.


Il mondo del Pinot nero è complesso, fatto di nuovi territori di adozione e stili di vinificazione
diversi. A seconda degli areali può infatti essere prodotto in versione spumante, spumante rosè,
rosso fermo, bianco fermo o rosato fermo. Se è vero che nasce in Francia, è altrettanto risaputo
che Stati Uniti, Germania e Italia sono le nazioni in cui ha più preso piede.
Con enormi differenze stilistiche.


FRANCIA
Champagne e Borgogna, rispettivamente a Nord e Sud rispetto alla città di Digione, sono le
regioni che meglio interpretano il vitigno. In Champagne, viene vinificato in bianco e da un’ottima
base per la produzione di spumanti in metodo classico. In Borgogna, vinificato in rosso, esprime
importanti differenze a seconda del terroir. Qui, i Domaines (le cantine) si differenziano tra loro
secondo un rigida classificazione dei vigneti di proprietà in Appellation régional, Village, Premiere
Cru e Grand Cru ( di questa categoria fanno parte circa 33 vigneti su tutto il territorio).


STATI UNITI
Oregon e California regalano le espressioni più interessanti del Pinot nero negli USA. L’Oregon, in
particolare, gode di un clima simile alla Borgogna – non a caso sono entrambe al 45° parallelo,
ritenuto la latitudine ideale per la produzione di grandi vini.


GERMANIA
E’ il terzo produttore di Pinot Nero al mondo in termini di ettari vitati. Delle varie zone in cui viene
coltivato citiamo l’Ahr, a sud della città di Bonn, dove prende il nome di Spätburgunder. Da
menzionare ci sono anche le produzione concentrate tra Pzalf, Rheingau e Baden, dove spesso
viene vinificato in bianco per base spumante. In generale, la qualità dei vini da Pinot nero di questi
areali è aumentata tantissimo negli ultimi decenni.


ITALIA
Nel nostro paese, così ricco ed eterogeneo a livello di terroir, il Pinot nero viene coltivato in zone
collinari tanto quanto in zone montuose. In Alto Adige regala un rosso concentrato e fruttato, in
Trentino viene perlopiù utilizzato come base spumante metodo classico. Dall’ Oltrepò pavese ai
colli piacentini, con qualche realtà in Toscana, trova invece il suo habitat di collina.

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